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La valle del Tevere è uno dei bacini più vasti e tipici dell’Umbria, formatosi per colmamento di un antico lago plioquaternario di origine principalmente tettonica. Morfologicamente, il tratto da Perugia a Todi rappresenta la parte più ampia raggiungendo, dopo la strettoia di Ponte San Giovanni e prima quella di Todi, un’ampiezza di 4-5 chilometri. Qui la valle è chiusa a est dalla catena calcarea dei monti Martani, e a ovest dalle colline marnoso-arenacee che salgono da Marsciano al monte Peglia. L’asimmetria strutturale del suolo ha avuto non poche conseguenze nello sviluppo degli insediamenti e nella definizione ed evoluzione del suo paesaggio.

Nella parte mediana della valle si innestano trasversalmente, aprendola sia a destra che a sinistra dell’asta del Tevere, due importanti corsi d’acqua, il Nestore e il Puglia. Più a sud, alle spalle del colle di Todi che chiude la valle spingendo il Tevere verso la gola del Forello, si innesta il torrente Naia, la cui valle lega quest’area con quella del ternano ripetendo, in dimensioni ridotte, lo stesso schema asimmetrico del paesaggio della valle principale con rilievi montani su un lato (i Martani) e dolci colline sull’altro (l’altopiano tra Acquasparta e Amelia). Oltre la fascia degli insediamenti, non di rado piccoli nuclei murati medievali, il sistema delle colline si articola e frammenta le visuali, mostrando situazioni e paesaggi che alludono ancora a quelli storici. A parte gli insediamenti produttivi e commerciali collocati lungo il nastro della viabilità principale (la statale 3 bis o E45) e le manomissioni dell’assetto agricolo, l’intera fascia pedecollinare è tuttora disseminata di edifici di origine rurale: elementi essenziali del sistema di insediamenti e di infrastrutture della mezzadria umbra, caratterizzati dalla policoltura, dal disegno frammentato dei campi, dalla contiguità tra l’ambito rurale e quello urbano, interconnessi ma con l’egemonia del secondo sul primo.

Il Tevere è storicamente fattore di divisione e di congiunzione fra il territorio dell’Etruria e quello umbro, confine e insieme sede di transazioni. Le popolazioni umbre attestate sulla sinistra del Tevere furono attratte dai più progrediti vicini e coinvolte in attività economiche e nelle grandi iniziative politiche del meridione dell’Etruria. Le condizioni di “frontiera” dell’area, enfatizzate dal nome stesso della città di Todi (che sia nella dizione umbra che in quella etrusca significa “confine”), favorirono le contaminazioni: il sito di Todi, pur essendo umbro, divenne presto avamposto etrusco con funzione di controllo sulle comunità locali circostanti e testa di ponte per la diffusione di quella cultura.

 

Fonte: Touring club italiano Touring Editore, 1999 – 733 pagine ISBN     8836513379 https://books.google.com.ni/books/about/Umbria.html?hl=it&id=kdEA-m7sFtIC&output=html_text

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